l progetto prevede nuovi scavi estesi ad almeno tre ville e ad una parte del piccolo sito iniziale, maggiore sperimentazione nella conservazione con l’uso di nuove coperture, il visitor center, già in corso di realizzazione.
Il master plan richiede la creazione di una passeggiata pedonale lungo il bordo del pianoro, connettendo i siti delle varie ville, sempre con vista sul golfo di Napoli. Il parco sarà circondato da alberi per consentirne la visibilità da Pompei e dal mare. Il principale nodo è il sito di villa Arianna dove la funicolare potrebbe connettere la stazione ferroviaria della Circumvesuviana con il sito facilitando lo spostamento dei visitatori da Pompei a Stabiae in 10 minuti.
Il sito offre l’opportunità per essere un parco-museo della cultura delle ville romane durante l’orario diurno, ed un parco cittadino e luogo di concerti estivi serali anche quando le ville sono chiuse.
Il grande Parco Archeologico delle Ville di Stabiae potrebbe, insieme con gli altri siti dell’area, creare un panorama culturale dell’antica Roma: la città (Pompei ed Ercolano), la masseria (Boscoreale) e le ville signorili (Stabiae). Con il completo scavo e gli apparati didattici, il Parco Archeologico di Stabiae diventerà il miglior posto per studiare il fenomeno delle ville dell’èlite romana nel suo intero contesto.
Il sito è un’area archeologica protetta sin dal 1957 ed è ancora libera da costruzioni moderne. Il budget per l’acquisizione di proprietà, gli scavi, la conservazione e la costruzione del parco archeologico è di 140 milioni di euro, con una proporzione di 2/3 di fondi pubblici -la maggior parte provenienti dalla Comunità Europea – e 1/3 di fondi privati.
Un progetto di queste dimensioni, che sarebbe probabilmente il più grande progetto archeologico nella moderna Europa, necessita di un nuovo modo di intendere l’archeologia internazionale.
La Fondazione è stata caratterizzata dal prof. Pietro Giovanni Guzzo, Soprintendente archeologo di Napoli e Pompei, come un esperimento di condivisione manageriale dei maggiori siti archeologici di entità internazionale, con l’intento che questo possa diventare il modello per il futuro sviluppo dell’archeologia europea. La Fondazione ha un comitato internazionale composto dalla Soprintendenza, da comitati di rappresentanza locali di Castellammare di Stabia e dalla Facoltà di Architettura dell’Università del Maryland culturale; inoltre è non-profit, con abilitazione a ricevere e spendere fondi dello Stato e privati, sia nazionali che internazionali. Infine, a completamento del progetto del Parco Archeologico è stata inclusa anche l’attività di ricerca a mare, con la creazione del Dipartimento di Archeologia Subacquea.
Il Parco Archeologico non rimarrà isolato dalle moderne città vesuviane, sarà il centro di una serie di nodi urbani e dello sviluppo regionale che potrebbe ridisegnare e rivitalizzare l’intera area; il parco sarebbe, dunque, il fiore all’occhiello di Castellammare.